1° Maggio : una speranza proattiva di SEquS


Pensioni: quali sono i lavori usuranti



Vorremo evitare i soliti discorsi da primo Maggio. Quelli in cui elenchiamo nella migliore lista della spesa, le cose che non vanno e che sappiamo ormai a memoria.
Vogliamo fare i soliti discorsi fotocopia fatti di invettive e indignazione sulla percentuale della disoccupazione ? Vogliamo riepilogare con minuziosita’ statistica l’elenco delle attività produttive e di esercizi chiusi dopo un biennio di piena epidemia globale? Vogliamo esprimere i nostri (sacrosanti) dubbi sulle ripercussioni economiche a seguito dello scoppio di un conflitto bellico che si sta svolgendo proprio in Europa?
Potremmo farlo. Nessuno ce lo vieta. Ma non sarebbe utile a noi stessi, né a chi amiamo, né alle persone che ci stanno leggendo in questo momento. Perché anche nel secolo più buio c’è ancora lo spazio e il tempo, ma soprattutto la volontà per l’essere umano di tirare fuori il suo valore più grande, che non è solo quello dell’adattamento, ma anche la reazione data dell’intelletto come in una nuova “era dei lumi”.
Allora che questo primo Maggio sia stavolta il vero segno, convinto, di una “Ripartenza collettiva”. Una Ripartenza nella quale tutti dobbiamo credere e pensare a come possa evolversi senza ricadere nella solita scappatoia di un concetto stra-abusato come quello della “resilienza”.
Che questo Primo Maggio del 2022 sia un esempio di speranza, ma non remissiva, bensì proattiva. Che sia l’avvio di una serie di riflessioni e di proposte e non di sole lamentele per quello che ci manca.
E allora da dove ripartire? Partiamo da pochi punti di constatazione necessaria da fare in questo momento storico.
– Le politiche del Lavoro devono ripartire da una fusione con la sensibilità “ecologista”. Il lavoro deve essere meno impattante e riadattato alle strategie di salvaguardia della qualità di vita e degli ambienti. Non a caso durante il periodo di pandemia abbiamo sviluppato e ampliato la nostra confidenza con i sistemi di videoconferenza e con il cosiddetto “smart working” (lavoro agile), che ci hanno preservato non solo da rischi di contagio, ma hanno ridotto le dinamiche di assembramento e il consumo eccessivo di risorse energetiche.
E comunque al di là di questo dato congiunturale, in un’ottica di reale evoluzione lavorativa e sociale , sarebbe il caso di elaborare nuove forme lavorative che abbiano una collocazione nel settore ambientale ed ecologico. Ed è qui che vogliamo richiamare l’attenzione di quanti di voi gravitino già nell’ambito ingegneristico e della politica del lavoro. Quali nuovi mestieri proporreste nell’ambito della new green economy?
– Torniamo inoltre a riprendere in considerazione reale i due estremi opposti della nostra società, vale a dire i giovani come i soggetti che non chiamiamo anziani ma con un determinato vissuto alle spalle. Cosa prevediamo per entrambi ? Vogliamo accompagnare i giovani nel mondo del lavoro evitando il volontariato o lo stage sottopagato e ridare una dignità effettiva ? Vogliamo accompagnare altresi’ gli uomini e donne di esperienza verso un sistema di valorizzazione delle loro doti che adesso potrebbero gettare le basi della vera “formazione” per i più giovani?
– Le politiche del Lavoro necessitano inoltre di una uniformità totale sia a livello di contrattualistica che di disciplina che non preveda più differenziazioni fra regioni. Questo è l’unico settore che proprio in virtù del rispetto delle pari opportunità non prevede eccezioni. Ed è per questo quindi che andrebbe semplicemente intensificato e promosso il dialogo fra Stato e Regioni al fine di trovare una via comune ed evitare il fenomeno di contratti irregolari e situazioni borderline che ancora oggi ci capita di ascoltare parlando con colleghi o amici meno fortunati.
– Se parliamo di pari opportunità ripensiamo ad uno dei nostri tre pilastri identitari, quello della “Equità”.
Che non significa uguaglianza ma accessibilità. Accessibilità a percorsi di carriera e di adeguamento salariale per chiunque. Oltre la sola differenziazione di genere.

Accessibilità e studio di adeguamento di salario e di assegnazione di compiti di responsabilità che finalmente siano aperti a tutti i soggetti senza discriminazione fra sessi e tipologia di diversa abilità.
– Ultimo ma non meno importante il valore da ridare alla nostra tradizione culturale e il patrimonio artistico che risiede nei nostri territori. Perché l’Italia fino a prova contraria è la patria che ha sfornato personalità epocali, da Giotto e Michelangelo fino a Verdi e Fellini e la moderna imprenditoria illuminata fra design, fantasia e fashion. Sarebbe un insulto credere in questo 2022, che con la Cultura questo paese non potrebbe sopravvivere (o mangiare per i più cinici).
E comunque se parliamo di transizione ecologica , non ci stancheremo mai di rimarcare che anch’essa passa solo e comunque attraverso una “transizione culturale” , che si basa proprio sulla presa di coscienza del vero “valore umano” e di quello spirito propositivo e proattivo che solo l’essere umano è in grado di attivare prima ancora delle macchine che lui stesso progetta.
Non a caso quando si parla di “lavoro” ci si riferisce sempre e comunque a risorse “umane”.
Quindi che questo primo Maggio sia una ricorrenza di spirito proattivo. Che sia l’inizio di un nuovo #umanesimo.

Il gruppo direttivo di SEquS.

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