2020, il Covid-19 e la solidarietà possibile
di Jacopo Rothenaisler.
Ricordate? Nel pieno della prima ondata del Covid-19 ad un certo punto comparvero persone che si misero da soli a cantare e suonare dalla propria finestra, dai tetti, tutti vogliosi di combattere il proprio isolamento e veicolare un messaggio di unione: insieme ce la faremo. Sembrava il riaffiorare, nel momento critico, delle potenzialità nascoste nelle pieghe della vita quotidiana. La riscoperta di quei legami comunitari sopiti ma evidentemente ancora esistenti. Mi è persino parso che quella frase scritta su un muro di Hong Kong “non vogliamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema” fosse collegata a quei canti, anch’essa un segno della volontà di cambiamento maturato nella società civile. Ma non sia mai che gli uomini e le donne abbiano il tempo di accorgersi veramente che la solidarietà può portarci fuori dalle secche, può essere il veicolo per sconfiggere il capitalismo predatore che domina l’economia globale da due generazioni, e fermare l’ascesa del neo fascismo degli ultimi dieci anni. Così l’implacabile macchina politico/mediatica che ci vuole storditi e soli di fronte a situazioni troppo grandi per un singolo individuo si è immediatamente rimessa in moto. Dire e negare tutto e il contrario di tutto nel giro di poche ore, far credere attraverso una babele di continue notizie contradditorie che là fuori non c’è nessuno che può capirci, aiutarci, se non noi stessi, infinitamente soli. Così siamo entrati nella seconda ondata, non solo avendo ormai raschiato il barile delle risorse morali e finanziarie, ma nuovamente immersi nella veste di atomi impotenti che tanto piace alla becera oligarchia al potere. Ma nessuno si salva da solo. Facciamone tesoro nel 2021.