Antenne di telefonia mobile: a rischio il Paesaggio storico delle colline di Monte Giberto

Paesaggio del monte Giberto

Il 22 maggio è stata la giornata internazionale della Biodiversità. Il 14 marzo scorso si è invece tenuta la giornata internazionale del Paesaggio.

Biodiversità e Paesaggio sono tra loro strettamente correlati, devono essere conservati e posti al centro della cura del territorio, in quanto sono il risultato dell’evoluzione ed integrazione del “progetto della natura” con i cambiamenti derivanti dalle attività umane in termini strutturali e funzionali. Dove si creano sqilibri territoriali, causati da trasformazioni urbanistiche o localizzazioni impattanti, ne risentono sia il Paesaggio, che la Biodiversità e di conseguenza tutti gli esseri viventi e il futuro degli stessi.

Biodiversità e Paesaggio, sovente su impulso dell’Unione Europea, rientrano spesso nelle agende governative.

Così ad esempio nel 2021 il Ministero della Transizione Ecologica ha avviato, in collaborazione con ISPRA. il processo di definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, ossia “il nuovo documento strategico nazionale che, in coerenza gli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030delinea una visione di futuro e di sviluppo incentrata sulla necessità di invertire a livello globale l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al collasso degli ecosistemi” (vedi QUI).

La proposta di Strategia è stata messa a disposizione sul sito del MiTE per la consultazione del pubblico proprio fino al 22 maggio 2022.

Nel 2018, è stata invece varata la cd. Carta nazionale del Paesaggio, elaborata dall’Osservatorio nazionale per la qualità del Paesaggio del Ministero della Cultura. La Carta nazionale si rivolge a quanti avranno future responsabilità di governo ai diversi livelli istituzionali indicando una strategia nazionale per il paesaggio. Ciò con l’obiettivo o quanto meno la speranza che il paesaggio italiano venga finalmente messo al centro di tutte le politiche pubbliche, e non solo di quelle di tutela come fino ad ora è stato.

Il documento è ad oggi reperibile a questo LINK.

Infine, diverse norme tutelano il Paesaggio e la Biodiversità, come in primis l’art. 9 della Costituzione Italiana che li ricomprende entrambi, in quanto tutela: “ll paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, nonché l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.

Detto ciò, in linea teorica e normativa, dovremmo stare in una botte di ferro. Invece nella quotidianità il territorio italiano è continuamente minacciato da progetti e iniziative che ne possono minare l’integrità, in barba anche alle numerose giornate in favore dei beni comuni.

Così, ad esempio, è avvenuto nel caso segnalato a SEquS dal Comitato NO Antenne di Monte Giberto, piccolo comune in provincia di Fermo, che denuncia il progetto di installazione di una stazione radio base di telefonia mobile alta 27 metri che impatterà fortemente sul territorio storico delle colline marchigiane.

Il problema dei piccoli comuni è – da sempre – quello di trovarsi di fronte a dei colossi, ossia grandi imprese e multinazionali che presentano progetti di infrastrutturazione del territorio, che difficilmente riusciranno a contrastare da soli.

Allora, in questi casi, è sempre utile che le piccole amministrazioni locali si mettano in rete e che siano supportate anche dagli enti di governo del territorio di scala più vasta e da organizzazioni politiche e culturali e di tutela ambientale che facciano eco alle loro denunce.

Le strade da percorrere posso essere varie, dall’apposizione di nuovi vincoli paesistico-territoriali alla predisposizione del Regolamento previsto dal DL 76/2020 (cd. Decreto Semplificazioni), che ha modificato la legge Quadro sull’inquinamento elettromagnetico (L.36/2001) sui poteri dei comuni di “adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”, fino anche all’utilizzo di strumenti informali affini a quelli del dibattito pubblico (che è previsto per legge solo limitatamente alle grandi infrastrutture, ma che potrebbe essere riproposto sulla base di accordi locali, per coinvolgere il pubblico interessato).

Il Comitato di Monte Giberto intanto sta organizzando iniziative volte a far conoscere l’enorme rischio che si sta abbattendo nel loro territorio, come la “Festa del Paesaggio”, che si è tenuta domenica 15 maggio, a cui ha partecipato il famoso paesologo  Franco Erminio, oltre che numerosi amministratori dei comuni limitrofi. L’iniziativa ha smosso anche la stampa locale con un articolo pubblicato su corriere Adriatico. (leggi QUI)

Di seguito pubblichiamo il comunicato del Comitato NO Antenne.

……………………………………………………….

Siamo un comitato di cittadini di Monte Giberto, un piccolo borgo della provincia di Fermo, nelle Marche.

La società telefonica ILIAD ha chiesto di installare una antenna SRB di ben 27mt  equivalente ad un palazzo di 9 piani!) in una area privata su un meraviglioso crinale di media collina con un panorama dove lo sguardo si perde tra il dipanarsi di lievi colline e piccole valli tra i Monti Sibillini ed il mare Adriatico.

Il paesaggio è quello rurale, che i contadini stanno custodendo da generazioni come pittori di una grande tela; è una risorsa fondamentale per l’economia, infatti piccole aziende di eccellenza stanno fiorendo negli anni così come attività di piccole strutture turistiche dove sempre più ospiti vengono a godere esperienze immersive in questa nostra meravigliosa

Natura, esperienze ed emozioni che li fanno diventare amici.

Ci troviamo in un’area poco popolata dove sui colli, dal mare verso i monti, sorge un dedalo di piccoli borghi medievali ricchi di bellezza, di storia e di cultura che offrono a chi decide di viverci una elevata qualità di vita.

Il paesaggio è elemento di grande valore di tutta la collettività che la nostra Costituzione tutela con l’art.9, di recente integrato.

Un’antenna SRB è ritenuta opera di urbanizzazione primaria ma essa deturpa irrimediabilmente il nostro paesaggio; è acclarato che la presenza di un’antenna in un luogo determina una percezione negativa del luogo stesso, generando un forte impatto (negativo) sulla valutazione economica degli immobili e sulle attività economiche che abbiano tra gli elementi fondanti dell’iniziativa il paesaggio rurale e l’ambiente (ad esempio agriturismi e B&B, aziende agricole biologiche, fattoria didattica, rinascita di economie sostenibili…).

Riteniamo che il valore paesaggistico e ambientale abbia la prevalenza sull’interesse privato di una compagnia telefonica che andrebbe ad installare un impianto il cui servizio prima di essere un beneficio ne rappresenta un danno.

La nostra battaglia trova forza nella giurisprudenza: il Consiglio di Stato in almeno due sentenze su casi diversi ha riconosciuto che “la tutela ambientale e paesaggistica, gravando su un bene complesso ed unitario avente valore primario ed assoluto, precede e comunque costituisce un limite alla salvaguardia degli altri interessi pubblici” . Ed ancora “..tale alterazione della naturale morfologia del paesaggio e dell’ambiente orografico non risulterebbe giustificata da alcun interesse generale, quale il miglioramento della qualità del segnale o dell’indice di copertura dell’area, mentre l’alterazione della integrità paesaggistica e del contesto storico ambientale rappresentato dal profilo orografico …, verrebbe ad incidere sulla integrità del contesto storico ambientale e sulla stessa identità culturale del Comune” .

Ci riferiamo alle sentenza num. 2371 del 31/03/2022 ed alla sentenza num. 5311 del 10/09/2018 (comune di Castorano prov. di Ascoli Piceno contro Wind).

Non siamo contrari allo sviluppo tecnologico, al contrario riteniamo che sia un importante obiettivo da perseguire, ma questo non può essere un compromesso al ribasso; una alternativa alle antenne SRB che coniughi civile convivenza, sviluppo economico e tutela del paesaggio come bene comune è sicuramente possibile.

Se questo scempio verrà permesso siamo costretti a pensare che la nostra collettività ed i territori delle aree interne come le nostre, vengono consideratati cittadini ed aree di serie B che da una parte vengono invitati ed aiutati ad investire e dall’altra sopraffatti e portati alla perdita di quanto

costruito.

L’ennesimo caso di come possano essere sopraffatti i principi costituzionali.

Ed è ancora l’ennesimo caso in cui i legislatori legiferano senza coordinamento e spesso con emanazioni contraddittorie!

Contatti: https://www.facebook.com/ComitatoNoAntenne

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