Attivisti denunciati e fogli di via, così le istituzioni cercano di silenziare il dissenso ambientalista

Riportiamo questo articolo dal FQ, per ribadire la nostra preoccupazione per l’intesificarsi da parte delle questure di misure limitative di diritti costituzionalmente garantiti, quali quelli di soggiorno e di libera circolazione sul territorio, nei confronti di chi manifesta anche pacificamente per la tutela del Pianeta e la salvaguardia dell’ambiente.
Avevamo già citato il caso della manifestazione climatica di Venezia dei FFF lo scorso settembre in concomitanza della biennale del cinema, dove i ragazzi manifestanti furono colpiti e tenuti a bada come fossero soggetti pericolosi, da getti di idranti degli agenti di sicurezza, paradossalmente proprio nell’anno tra i più siccitosi della storia, ma ricordiamo anche i recenti episodi dellle manifestazioni pacifiche di Extinction Rebellion a Torino (solo alcuni dei provvedimenti sono stati poi revocati dopo pochi giorni), fino ad arrivare ai fogli di via che sono stati comminati, in due diverse occasioni, ad attiviste e attivisti di Greenpeace, come riporta l’articolo stesso.
Troviamo inammissibile e inaccettabile che ragazzi consapevoli e preoccupati che scendono in strada per la difesa dell’ambiente, “gruppi che fanno anche del pacifismo la loro luce guida”, siano considerati dalle autorità pericolosi socialmente solo perché manifestano un dissenso o avanzano delle richieste.
Auspicheremmo di avere uno Stato che, come sancito in costituzione, garantisse la libertà di dissentire, aprendo al dialogo e al confronto con chi non è del tutto allineato, cercando di capirne i motivi, piuttosto che reprimere le proteste con lo spauracchio dei fogli di via.