Bilancio ambientale 2021 e prospettive per il 2022

Autore: Ing. Fabrizio Cortesi


Al netto dei deludenti vertici del G20 di Roma e COP 26 di Glasgow che hanno sancito tutto sommato la politica del rimandare, dello status quo e del proseguire con la politica della crescita economica, per azzardare un obiettivo bilancio ambientale del nostro paese Italia non si può che partire da una premessa: non ci può per definizione essere nessun bilancio ambientale velatamente positivo in un paese dove lo stesso Presidente del Consiglio è di fatto emanazione dei poteri forti, e precisamente della BCE, di Confindustria, del mondo della Finanza speculativa, tutti comparti che restano per mandato vincolati ad un solo mantra: quello della crescita economica e del PIL dei paesi. É già solo questo fatto la causa poi di tutti gli altri problemi che discendono, inclusa la scelta dei ministri.
Non ci può essere alcuna velleità di svolta ecologista in un paese dove dal fu Ministero dell’Ambiente si toglie consapevolmente la parola Ambiente, la si sostituisce con la locuzione “transizione ecologica”, la si interpreta solo come “transizione energetica e tecnologica” a vantaggio dell’industria e del business privato e la si esegue come mero accaparramento e spartizione di ingenti risorse finanziarie ai suddetti comparti economici. Il tutto, gestito da un ministro esperto di tecnologia ma soprattutto di gestione di fondi pubblici, ma completamente ignorante, a digiuno e comunque dichiaratamente insensibile a qualunque tema riguardante ambiente, ecologia, biosfera, animali, empatia.
Difficile sperare in una conversione ecologica in un paese dove, in piena catastrofe ambientale, gli ecologisti sono definiti da certi indegni rappresentanti delle istituzioni, dei radical chic e “peggiori della catastrofe climatica che vogliono combattere” e come solo “quelli del no”.

Nel momento in cui i partiti politici, i Ministri e il vertice del governo sono tutti espressione del neoliberismo e della globalizzazione rampante, vien da sé che l’ecologismo e la tutela dell’ambiente stiano da tutt’altra parte, siano messi sotto il tappeto come la polvere: siamo governati ancora alla politica liberista del ‘900, dai principi di Adam Smith (1700) e da una visione legata allo sviluppo e della crescita ad ogni costo, che abbiamo visto anche recentemente nel vanto di Mario Draghi per una crescita stellare nel 2021 del PIL italiano (in realtà solo un vacuo effetto rimbalzo dal peggior risultato europeo nel 2020, del -8.9%), che neanche la Cina si sogna. Il tutto dichiarato senza il minimo pudore per il suo stridere con la realtà di una grave crisi economica, sanitaria, dei posti di lavoro, con uno scenario di stagflazione alle porte già per il 2022, con impennate record dei costi di energia, materie prime e relativa scarsità e con dati di inflazione spaventosi (la quale però ovviamente contribuisce positivamente all’incremento del PIL).
Ma per i nostri virtuosi media di sistema, finché c’è Draghi è tutto meraviglioso, anche l’ambiente sta benissimo, e purtroppo tantissimi italiani credono a questa versione paravento: tanto i temi principali di distrazione di massa ai TG sono le tabelline dei contagi giornalieri del Covid e la continua non-notizia che Mattarella non accetterà il reincarico da Presidente della Repubblica.
Liberismo sta a “tutela ambientale” come Sviluppo sta a Sostenibilità: le due coppie di sostantivi sono entrambi ossimori, si escludono a vicenda. Ecco perché, finché non cambia governo, governanti, vertici, consiglieri, non ci può essere speranza di redenzione e di conversione ecologica, nemmeno se il buon ministro R. Cingolani si dimettesse (per eccessiva bravura, avendo raggiunto tutti gli obiettivi, come dice lui) e fosse sostituito, ma con gli stessi criteri e fini sviluppisti, liberisti e industrialisti di prima.
Il bilancio ambientale del 2021 perciò non è buono e questo nonostante l’entità relativamente ridotta delle attività economiche per via dell’infezione Covid dilagante.


Eccone una possibile lista di fatti e considerazioni:
-E’ dal 2020 che assistiamo a un forte incremento della produzione e immissione nell’ambiente di plastica, tra mascherine, dispositivi medicali, barriere di separazione dal pubblico, ogni tipo di oggetto e stoviglia usa e getta (nonostante i divieti comunitari ormai in vigore), queste ultime amplificate soprattutto dal fenomeno consumistico e opportunistico del food-delivery, il posticipo colpevole e strumentale (dettato da Confindustria) della plastic-tax per le industrie produttrici. Decreti legge apparentemente virtuosi come l’eco-bonus governativo per gli efficentamenti energetici (il cui reale bilancio ecologico complessivo non è affatto così scontato come ci viene presentato) degli edifici stanno generando una immensa mole di rifiuti, che andranno a contribuire alle saturazioni delle discariche già colme anche dei televisori che una criminale gestione e comunicazione governativa per il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione (implicato dalle inutili reti mobili 5G) ha indotto erroneamente milioni di italiani a cambiare, invece che acquistare semplicemente piccoli decoder digitali esterni.
-In uno scenario dove i principali fini da perseguire e rincorrere sono la crescita e lo sviluppo, anche in presenza di efficentamenti di sistema non si riuscirà comunque mai a ridurre il consumo di materiali e di energia, ma al più, a ridurne il tasso di crescita. Ovvio che in questo modo anche introducendo una maggior porzione di energie rinnovabili (che però anch’esse hanno impatto ambientale) non si riesca nemmeno a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera secondo i target europei. L’Italia continua infatti a sforare tutti i target climatici e alloca comunque (PNRR e recovery fund europeo) meno risorse del dovuto alle fonti rinnovabili, che soddisfano attualmente soltanto il 20% del fabbisogno nazionale, contro il 40% richiesto dall’Unione Europea.
-Al contempo siamo nel mezzo di una tempesta socio-economica: il prezzo del gas al consumatore finale è salito del 40% mentre alla fonte è addirittura quintuplicato in sei mesi, l’elettricità è aumentata del 50%, le materie prime sono oltre che raddoppiate in prezzo e sono introvabili, idem per componenti tecnologici come i chip, le catene di approvvigionamento globale sono ingolfate o interrotte.
– Il carbone vede di nuovo aumentare il suo utilizzo come vettore energetico, non solo in Cina, ma a livello globale (+9% nel 2021) e Europeo, e addirittura nelle centrali italiane come Monfalcone;
– Il MITE (ministero del “Tradimento Ecologico”) ha mantenuto invariati i sussidi ai combustibili fossili, e annunciato che per far fronte al prezzo del gas si farà addirittura ricorso a ulteriori estrazioni nel mar Adriatico e nella già martoriata Basilicata, quindi disconoscendo tutte le promesse di non autorizzare altre trivellazioni.
– L’Italia è stata testimone di eventi estremi come trombe marine, mini uragani, temperature africane record, incendi devastanti che hanno divorato migliaia di ettari e ucciso milioni di poveri animali selvatici, oltre di episodi di dissesto idrogeologico.
-Abbiamo assistito a numeri scoraggianti legati alla produzione (altissima) e riuso/riciclo (bassissimi) dei rifiuti, numeri scoraggianti per il consumo di suolo, che continua inesorabile per pura speculazione e per fare spazio a grandi opere inutili (anche queste finanziate dal PNRR), senza che si riesca mai a mettere a terra la legge nazionale per azzerare il consumo di suolo.
-Si sono esercitati poteri forti per limitare le libertà individuali per fronteggiare l’emergenza Covid facendo leva soltanto sull’arma a breve termine dei vaccini, rivelatisi tra l’altro inefficaci per contenere i contagi, ma non si è fatto nulla per fronteggiare la tempesta molto più grave e distruttiva dei cambiamenti climatici e della crisi ecologica che, insieme a una gestione completamente sbagliata della natura e della biosfera, in fondo sono la vera causa anche della diffusione di agenti patogeni e zoonosi: si curano cioè solo i sintomi ma non le cause della malattia ben più grave. Si pensi solo all’emergenza inquinamento aria-acqua-suolo della Pianura Padana, per cui i governi non hanno mai fatto nulla, ma al contrario continuano con scellerate politiche come le Pedemontane Lombarde, la cementificazione, gli spargimenti di fanghi nei campi, la costruzione del devastante nuovo quartiere di San Siro avallato dal sindaco neoliberista di Milano B. Sala per favorire pura speculazione privata di capitali sino-americani e tante altre nefandezze.
Aria, acqua, suolo sono in buona parte compromessi in gran parte del paese perché le leggi lo consentono e dove vi sono le norme, spesso non vengono rispettate e mancano i controlli.
• Addirittura abbiamo assistito ad un attacco sfrontato del nostro governo liberista per favorire, a mezzo di decreto emanato nottetempo, la privatizzazione dell’acqua pubblica anche nei piccoli comuni italiani. Il prossimo passo che ci attendiamo sarà poi la sua quotazione sulla borsa italiana? La qualità delle acque superficiali e di falda è del resto pessima, con punte di gravi e irresponsabili contaminazioni come nel caso PFAS del Bresciano e di aree del Veneto, che hanno già causato gravissime ripercussioni sulla salute di decine di migliaia di cittadini di vastissime aree.
• La situazione dell’Aria è altrettanto preoccupante, con punte record europeo di tossicità raggiunto ormai da anni nella mortifera Pianura Padana (che guarda caso ha registrato anche i record di vittime per Covid, quasi che non si capisse il nesso e il rapporto causa-effetto tra insorgenza dei problemi e chi/cosa li causa e li amplifica). Perchè per Covid si è fatto lock down globale ma per la situazione drammatica della Pianura Padana nulla di concreto viene mai legiferato da anni? I morti da inquinamento sono il giusto, accettabile, tollerabile prezzo per continuare ad avere uno sviluppo economico infinito?
• Anche il Suolo non gode di migliore salute, come certifica inesorabilmente ogni anno il rapporto di Ispra, con le punte negative delle solite Lombardia e Veneto che non ne rallentano il consumo. Nè aiutano i progetti del PNRR sulle inutili grandi opere come TAV, le scellerate e devastanti Olimpiadi invernali o la declinazione della green economy in salsa industriale-speculativa che devasta interi crinali di montagne con gigantesche pale eoliche e la ricopertura di fertile terreno con distese di pannelli solari neri che arroventano l’aria e sterilizzano il suolo: ma sono chiamati parchi, eolici e fotovoltaici, quasi ad evocare davvero ipocritamente l’ecologia. Poi abbiamo i mega progetti come gli stadi nuovi (geniale, in epoca di pandemie sempre più frequenti) e i nuovi quartieri speculativi per capitali privati, come già accennato sul sindaco Sala di Milano (che però ha sottoscritto la carta dei valori dei Verdi Europei).
-La ministra Marta Maria Carla Cartabia ci ha poi regalato una “splendida” riforma che include la prescrizione dei reati contro l’ambiente: che orgoglio ne avrà avuto.
-Il tentativo di due gruppi animalisti per raccogliere separatamente le firme per il referendum abrogativo della legge 157 per la caccia non ha purtroppo dato gli esiti sperati, condannando la poca fauna selvatica rimasta nel paese alla totale estinzione.
-Per chiudere in bellezza, abbiamo poi il fenomenale R. Cingolani che, non contento di tutte le sue altre sparate, è arrivato ad appoggiare la Francia nella richiesta all’Europa di far rientrare il nucleare nella Tassonomia delle energie rinnovabili, ad esprimersi a favore del possibile abbattimento dei lupi (specie protetta da ogni convenzione europea) e a non batter ciglio quando il consiglio regionale trentino, ben poco ecologista, ha imprigionato dei buonissimi e incolpevoli orsi in recinti-lager, spedendone poi uno in un parco divertimenti ungherese, andando di nuovo contro leggi europee e una sentenza del Consiglio di Stato che invece lo voleva in libertà.

Le premesse per una tempesta perfetta nel 2022 ci sono purtroppo tutte: crisi di sistema, enorme inflazione strutturale (non temporanea come ci raccontano), forte aumento prezzo delle materie prime, energia, alimenti che porterà anche al blocco di interi comparti industriali (buono per l’ambiente, ma male per la società se non pianificato con conversioni coordinate), virus non debellato, disoccupazione alle stelle e diritti calpestati da una Confindustria ormai in poppa al comando del governo, sindacati sempre più ininfluenti e in affanno, mercati azionari globali drogati artificialmente dalle banche centrali, scollati completamente dall’economia reale, in possibile crollo.

Dettaglieremo meglio una serie di proposte politiche durante il 2022 ma innanzitutto l’auspicio non può che essere l’avvio di un vero processo di conversione economica dell’ecologia, di cui finora non si vede traccia. Tuttavia, anticipiamo che le condizioni perché questo avvenga sono a mio avviso almeno tre:

1) Il cambio di linea di governo e il suo vertice, e l’abbandono del mantra del liberismo e della crescita economica infinita
2) L’entrata in maggioranza governativa di una forza etica ed ecologista, che si deve ancora affermare, ma non come le tante che si vedono fin qui, partiti di sistema ancorati al mantra della crescita, della green economy, dello sviluppo sostenibile, dei “green new deals” di stampo industriale, bensì una nuova costituente ecologista che raduni i tanti rivoli di vero ecologismo italiano ad ora dispersi, quelli che hanno capito che l’unica via verso la sostenibilità non può che passare da una sobria declinazione di decrescita, di riduzione, di taglio degli sprechi, di semplificazione, di sufficienza, prima di pensare a tutti gli altri palliativi, anche tecnologici.
3) Tale forza o costituente ecologista dovrà poi essere in grado di indurre gli altri partiti ad allearsi con sé per costituire una maggioranza diversa da quella attuale per formare un governo rinnovato, ad esempio come è accaduto in Germania

Fabrizio Cortesi

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