Che la pandemia ci salvi
di Jacopo Rothenaisler
I rischi collegati alla pandemia
La pandemia dell’anno 2020 non porta con sé solo rischi di carattere economico e politico, o, per meglio dire, quelli di carattere politico hanno anche un risvolto meno visibile alla maggioranza dei cittadini ma molto più insidioso. Il nostro viaggio nel non conosciuto è la nostra Odissea.
Le Sirene.
Avremmo bisogno della capacità persuasiva di Circe, la Circe che mette in guardia Ulisse istruendolo su come dovrà affrontare i rischi che lo attendono ancora nel prosieguo del suo viaggio. Ricordate? L’astuto Ulisse, grazie alla maga, supera indenne l’incontro con le Sirene, note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma mortale per i naviganti. Chi e dove sono oggi le Sirene da cui dobbiamo stare in guardia? Non sono su uno scoglio in mezzo al mare superato il quale il pericolo è scampato. Sono in mezzo a noi, anzi sono sempre con noi, mattina sera notte, in strada, in autobus, sul posto di lavoro, a casa, nella nostra camera da letto, nei nostri vestiti e, presto, sotto la nostra stessa pelle. Negli ultimi vent’anni le Sirene del XXI Secolo hanno intonato l’offerta dei servizi gratuiti alla cultura, ai musei, alla ricerca, alla scuola, alla sanità, ad ogni individuo, e, apparentemente senza chiederci nulla in cambio, rendono più semplice la nostra faticosa quotidianità. Ma, scusatemi se provo per un attimo a calarmi nei panni di Circe, non vi sembra sospetto? In un mondo dove tutto è monetizzato – governi stupidi hanno dato un prezzo alle Dolomiti; governi corrotti hanno venduto le terre libere; i contadini devono comprare i loro semi perché sono stati brevettati da altri potenti; l’aria, l’acqua e persino l’odore di vagina si vende – queste Sirene esistono per soccorrere l’Umanità? Non è che, conoscendo fin troppo bene come siamo fatti, la stanno semplicemente facendo franca nonostante i cumuli di scheletri che si vedono biancheggiare attorno a loro?
Metodi di successo di contrasto al coronavirus.
La Cina da una parte, e Taiwan, Singapore e la Corea del Sud da un’altra parte, hanno sperimentato con successo il contrasto della pandemia attraverso l’uso dell’informatica. Attraverso l’uso dei dati personali dei cittadini sono state ottenute informazioni su temperatura corporea, condizioni mediche, tracciati spostamenti, contatti, e quant’altro è stato ritenuto necessario a fermare il contagio. In Cina ciò è avvenuto senza il permesso informato dei cittadini, negli altri tre Paesi attraverso una meritoria opera di informazione e consenso.
Considerato il successo ottenuto dai Paesi asiatici in Italia e negli altri Paesi europei ci si avvia ad utilizzare gli stessi strumenti. Sembra sensato: visto che la tecnologia e i dati ci sono perché non utilizzare tutto per debellare la pandemia? Si tratta di passare dal sistema attuale di limiti alle libertà individuali di spostamento con sanzioni per chi infrange le regole, ad un altro sistema che monitora tutti gli individui. Ciò è possibile e nell’emergenza del Covid19 saremmo pronti a qualsiasi compromesso per uscirne al più presto.
La parte oscura.
L’invisibilità del virus è la base della sua pericolosità. Riusciamo a comprenderla solo mediante l’osservazione di ospedali stracolmi, medici infermieri e decine di migliaia di persone morte. Analogamente al Covid-19 le nostre Sirene sono invisibili a tutti, ma diversamente dal virus non fanno morti, anzi si propongono di aiutarci a sconfiggere il virus, mostrandoci sempre e solo il lato “friendly” della loro complessa ma molto sotterranea struttura. Alla comparsa del virus due tra le più importanti Sirene si sono posizionate e hanno siglato un accordo per mettere a disposizione degli sviluppatori di app tutti gli strumenti necessari ad accedere e utilizzare i dati raccolti dai telefonini. A breve renderanno anche disponibile un software che dovrebbe permettere di tenere sotto controllo tutte le persone che si avvicinano e segnalare se uno di loro risulta positivo al coronavirus. Ma è desiderabile? Beh, dipende.
Circe ci mette in guardia.
Come Ulisse anche noi abbiamo la nostra Circe. Ne conosco almeno due straordinarie che dovremmo proprio ascoltare. Per la prima “l’inevitabilità” della tecnologia che ci viene ripetuta come una sorta di mantra, non è che un sonnifero esistenziale che serve a farci rassegnare: un sogno che ci narcotizza lo spirito. Nel tempo in cui i vertebrati si stanno estinguendo con una velocità mai vista dalla fine dei dinosauri si sente parlare di “sesta estinzione”. Il potere strumentalizzante, marchio di fabbrica di queste Sirene, sembra presagire un altro tipo di estinzione. La “settima estinzione” non riguarderà la natura, bensì la parte più importante della natura umana: la volontà di volere, la santità dell’individuo, i legami d’intimità, la socialità che ci lega l’un l’altro attraverso le promesse e la fiducia”[1].
Per la seconda Circe le Sirene “si danno da fare per controllarci abusivamente. Non il nostro smartphone, non il nostro computer e non il nostro conto in banca: esse sono in gara per hackerare noi e il nostro sistema operativo organico”[2]. “Come esperimento mentale, ci dice Circe, considerate un governo ipotetico che richiede che ogni cittadino porti un braccialetto biometrico che controlli la temperatura corporea e la frequenza cardiaca 24 ore al giorno. I dati risultanti vengono raccolti e analizzati da algoritmi governativi. Gli algoritmi sapranno che sei malato anche prima di te, e sapranno anche dove sei stato e chi hai incontrato. Le catene di infezione potrebbero essere drasticamente accorciate e persino tagliate del tutto. Un tale sistema potrebbe probabilmente fermare l’epidemia sulle sue tracce in pochi giorni. Sembra meraviglioso, vero? L’aspetto negativo è, ovviamente, che ciò darebbe legittimità a un nuovo terrificante sistema di sorveglianza, che può insegnarci qualcosa sulle nostre opinioni politiche e forse anche sulle nostre personalità. Se riescono a monitorare cosa succede alla nostra temperatura corporea, pressione sanguigna e battito cardiaco mentre guardiamo il video clip, possono imparare cosa ci fa ridere, cosa ci fa piangere e cosa ci fa arrabbiare davvero. È fondamentale ricordare che rabbia, gioia, noia e amore sono fenomeni biologici proprio come la febbre e la tosse. La stessa tecnologia che identifica la tosse potrebbe anche identificare le risate. Se le Sirene iniziano a raccogliere i nostri dati biometrici in massa, possono conoscerci molto meglio di quanto conosciamo noi stessi e quindi non solo possono predire i nostri sentimenti, ma anche manipolare i nostri sentimenti e venderci tutto ciò che vogliono – sia esso un prodotto o un politico.”
Per Circe scegliere tra privacy e salute è una scelta falsa
“Chiedere alle persone, dice Circe, di scegliere tra privacy e salute è la vera radice del problema. Perché questa è una scelta falsa. Possiamo e dobbiamo godere sia della privacy che della salute. Possiamo scegliere di proteggere la nostra salute e fermare l’epidemia di coronavirus non istituendo regimi di sorveglianza totalitaria, ma piuttosto dando potere ai cittadini. Dovremmo sicuramente utilizzare anche le nuove tecnologie, ma queste tecnologie dovrebbero dare potere ai cittadini. Potremmo essere tutti a favore del monitoraggio della temperatura corporea e della pressione sanguigna, ma quei dati non dovrebbero essere usati per creare un governo onnipotente. Piuttosto, quei dati dovrebbero consentirmi di fare scelte personali più informate e anche di rendere il governo responsabile delle sue decisioni. Circe ha un’idea precisa e condivisibile: “Ogni volta che le persone parlano di sorveglianza, ricordiamoci che la stessa tecnologia di sorveglianza può di solito essere utilizzata non solo dai governi per monitorare gli individui, ma anche dagli individui per monitorare i governi”[3].
La faranno franca anche questa volta?
Siamo indubbiamente di fronte a scelte importanti che mettono in gioco molte delle conquiste degli ultimi 70 anni. Non dobbiamo barattarle con nessuna falsa promessa.
Le Sirene la faranno franca anche questa volta? È molto probabile, non si intravede un solo Ulisse nella nostra classe politica.
[1] Shoshana Zuboff: dal libro “Il capitalismo della sorveglianza”.
[2] Yuval Noah Harari: dal libro “21 lezioni per il XXI Secolo”.
[3] Yuval Noah Harari Financial Times 20/3/2020: the world after coronavirus.
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