Elezioni a Lissone, come è andata?
Il 12 giugno 2022 si sono tenute le elezioni amministrative anche a Lissone, città di 47 mila abitanti in provincia di Monza e Brianza.
All’epoca abbiamo intervistato il candidato sindaco Fabrizio Cortesi, da sempre molto vicino alle nostre posizioni politiche per conoscere il suo programma e la sua “squadra” per combattere il consumo di suolo nel suo territorio, il quinto più cementificato d’Italia.
A distanza di 3 mesi gli abbiamo chiesto un riassunto della sua esperienza, che riportiamo di seguito.
F.C. “Ho presentato perciò a marzo, da candidato sindaco, una lista indipendente con il simbolo Europa Verde per vedere quanto potesse raccogliere un partito che si presenti con un programma a trazione ecologista, e incardinato sui temi di sostenibilità, equità, solidarietà.
Le difficoltà sono state molteplici, dal trovare i candidati, soprattutto locali, al supporto dal partito, alla complessità delle regole elettorali e burocratiche che cambiano ogni anno, alla disponibilità di attivisti per fare la campagna elettorale.
Lissone è una città tra le più densamente costruite d’Italia, industrializzata, con ripercussioni della densità di popolazione e artigianale record anche sul traffico e sui servizi, carenti.
L’esito delle elezioni ha mostrato luci e ombre:
Senza essere conosciuti nel paese, né come brand né come persone, la nostra lista ha portato a casa un apparentemente modesto 3.56%, corrispondente a 586 voti, che per poco ci hanno fatto mancare di eleggere almeno un consigliere.
Avremmo pensato di raccogliere maggiore consenso, ma va rilevato innanzitutto un forte distacco della popolazione dalla politica, comprovato dal tasso record di astensionismo pari al 54%, dove il resto dell’elettorato è in buona parte portatore di un voto “interessato”, ossia legato a categorie (ad esempio i commercianti, gli artigiani, gli imprenditori, gli industriali, i costruttori…) che sanno già bene chi votare per tacito accordo, fenomeno evidentissimo anche nei dibattiti pubblici dove l’audience era palesemente tutta schierata a destra o al centro-sinistra (in realità una coalizione neoliberista di centro destra a trazione PD e liste civiche).
Nelle dinamiche del paese gioca molto anche l’effetto clan, ossia voti che arrivano da ampie cerchie di amici, parenti, settori direttamente collegati a una certa persona, partito, coalizione: parliamo di migliaia di voti già tutti preassegnati.
La cosa però rilevante è stata vedere come, all’interno di Europa Verde, il mio progetto sia stato quello che ha portato a casa il maggiore risultato in termini di risultato percentuale. La differenza credo l’abbiano giocata non solo la serietà, dedizione, coerenza del programma e dei temi proposti (e qui gioca molto la cultura e il supporto di SEquS, incluso un evento pubblico con ospite Maurizio Pallante e Eleonora Evi), la comunicazione costante e ben fatta, ma anche l’apprezzamento del fatto che si trattasse dell’unico progetto sceso in campo per Europa Verde Lombardia (e non solo) senza compromessi molto al ribasso con le forze del cosiddetto centro sinistra, alleanze che a mio avviso fanno perdere moltissima credibilità a chiunque voglia affrontare con serietà e coerenza il tema della conversione economica dell’ecologia.
Ero del resto andato mesi prima a sondare il terreno in area PD, mettendo dei paletti minimi su un ipotetico programma, tra cui il consumo di suolo zero o negativo: non mi hanno neanche più richiamato.
Penso che i fatti e il risultato finale diano ragione all’interpretazione che ho dato della tattica elettorale.
L’esito elettorale è stato che il finto centro sinistra, in carica da 10 anni e protagonista di una maldestra amministrazione incentrata su affari e appalti, è stata spazzata via dalla vittoria delle destre, in primis Forza Italia. Per la serie: dalla padella nella brace. Contenti i Lissonesi”.