Franco Berrino: “Più mangiamo cibo industriale, più ci ammaliamo e moriamo”

“Effettivamente mangiamo sempre meno cibo naturale. Il cibo ultralavorato dall’industria rappresenta più della metà di quello che si mangia in Nordamerica e il 25-30% del cibo europeo. E più ne mangiamo più ci ammaliamo e moriamo. Di cosa si tratta? Di tutti i cibi pronti da scaldare al microonde, tutte le minestre in busta o in scatola, la pasticceria industriale, di bevande industriali, sia quelle zuccherate sia le “zero”, dei salumi, wurstel, carni in scatola, snack dolci e salati, sostituti del pasto per dimagrire, di gran parte dei pani confezionati, dei cibi trattati con additivi sintetici, coloranti, conservanti, emulsionanti… A parità di età e di altre cause di morte, chi ottiene metà delle calorie che consuma da questi cibi aumenta la mortalità del 40% rispetto a chi ne mangia raramente. E ancora: un bicchiere al giorno di bevande industriali aumenta il rischio di morte, soprattutto per diabete e malattie di cuore, del 20% circa. Sono i risultati dei grandi studi epidemiologici pubblicati negli ultimi 5-6 anni”.
Scegliamo i nostri cibi, non lasciamo che siano gli interessi finanziari dell’industria alimentare a sceglierli per noi, e mangiamo meno carne, perché l’allevamento di animali per la produzione di carne e d latte è oggi una causa di riscaldamento del pianeta altrettanto importante della combustione di petrolio per produrre energia. Il metano prodotto dai bovini, infatti, è un gas serra più potente della CO2 e stiamo disboscando le foreste tropicali per fare spazio a enormi estensioni di monocolture di soia e di mais per nutrire gli animali”
Si stima che oggi l’80% della terra coltivata non sarebbe produttiva senza l’uso intensivo di fertilizzanti. Non c’è più l’humus, quel miscuglio colloidale di sostanze organiche prodotto dalla decomposizione da parte di batteri vermi e insetti, di resti vegetali e animali. Abbiamo infatti avvelenato la terra con pesticidi e diserbanti e con l’aratura profonda. La terra non avvelenata è viva, respira; in un solo centimetro cubo di humus ci sono decine di milioni di microbi, sono microbi che fissano l’azoto atmosferico e che recuperano dai vegetali morti e dai minerali del terreno tutte le sostanze necessarie a far nascere nuove piante, nuova vita.