IL CIRCOLO SEQUS PIERO GOBETTI E LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A TORINO
A distanza di qualche giorno dagli esiti elettorali ci preme ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno sostenuto in questa esperienza, tutti coloro che abbiamo incontrato per le strade e nei mercati, tutti coloro che hanno mostrato interesse per gli argomenti e le istanze portate avanti nelle varie occasioni pubbliche, nelle conversazioni private e tutti coloro che ci hanno seguito sui social e con noi hanno interagito.
Questa è anche l’occasione per fare il punto sugli esiti e dire la nostra sul prossimo appuntamento elettorale relativo al ballottaggio.
La prima considerazione riguarda l’affluenza alle urne mai così bassa (il 48% degli aventi diritto a cui si sottraggono i voti non validi delle schede bianche e nulle 3,6%), segno tangibile di una disillusione diffusa e di un progressivo ed incessante allontanamento dalla politica e dalle sue forme di rappresentanza. Non di meno preoccupa la facilità con cui si rinuncia al diritto di voto, sia per sconforto nei confronti della politica e dei suoi rappresentanti sia per la mancanza di una proposta elettorale che possa attirare i perplessi e i delusi. Riteniamo che la lista Futura Beni Comuni, a cui il Circolo ha partecipato, non abbia difficoltà a riconoscere e condividere parte di questa responsabilità seppure nel suo intento e nel suo incedere abbia portato avanti temi e istanze non comuni ad altre formazioni e ad altri schieramenti.
La lista Futura ha ricevuto una percentuale del 2,32 % pari a circa 7600 voti. È innegabile che l’obiettivo minimo, quello di eleggere un rappresentante di Futura in consiglio comunale, non è stato raggiunto. A parziale consolazione sono stati eletti 5 consiglieri in cinque diverse circoscrizioni, segno che il lavoro sul territorio paga in termini di fiducia riposta e ci consegna la responsabilità di non deludere l’aspettativa.
L’esperienza politica che in questi mesi abbiamo percorso è stata una esperienza unica nel suo genere, che ha coinvolto un numero importante di persone che altrimenti avrebbero molto probabilmente alimentato il popolo dei non votanti e che invece hanno partecipato alla costruzione di un progetto politico dal basso, a partire dalla scelta dei rappresentati nel sistema elettivo dei Caucus per continuare nella formazione del progetto politico comunale e per le Circoscrizioni. L’idea di una città policentrica e fondata sul principio della fruibilità nello spazio temporale di 15 minuti, in cui ci si muove e si trova tutto l’essenziale, è stata il centro del programma elettorale insieme alla difesa dei beni comuni vero patrimonio culturale, umano e sociale che una città deve portare in dote alle generazioni future.
Per questa ragione crediamo fondamentale continuare a contribuire, come abbiamo fatto in questi mesi, ad alimentare un pensiero fondato sulla necessità di orientare l’azione politica verso il contrasto alla crisi climatica sia a livello locale che a livello globale, assumendo la conversione economica dell’ecologia come fulcro della nostra azione politica, convinti che lo spostamento culturale verso questo asse consenta di agire sia sul piano dell’equità nei confronti delle future generazioni che in termini di solidarietà nei confronti di coloro che soffrono le conseguenze delle diseguaglianze innescate dai processi tipici dell’economia della crescita di produzione di merci.
Il tema dei beni comuni, della loro valorizzazione, della loro conservazione e gestione a patrimonio collettivo, da sottrarre alla speculazione della politica del consenso e del profitto, è centrale e riveste carattere di priorità in quanto troppo spesso il patrimonio collettivo viene utilizzato come cassa di compensazione del debito pubblico. Tale modalità di governo e di gestione del bene comune è stata utilizzata tanto dalla destra quanto dalla sinistra; basti pensare alle politiche di privatizzazione solo parzialmente interrotte dal referendum sull’acqua pubblica, per altro sostenuto e vinto da un movimento dal basso e osteggiato dai partiti di destra e di sinistra indifferentemente.
Forse il motivo di tanta disaffezione nei confronti della politica è nella indistinguibile differenza tra destra e sinistra, categorie di pensiero al capolinea, inaffidabili sul piano ideale quanto su quello concreto tanto da far pensare che siano la stessa cosa o meglio che siano entrambe al servizio di un modello economico basato sulla produzione di merci e sullo sfruttamento sempre maggiore delle risorse naturali e degli ecosistemi le cui conseguenze oggi sono drammaticamente evidenti.
Per queste ragioni il Circolo Sostenibilità Equità e Solidarietà (Sequs) Piero Gobetti di Torino, partecipe nelle liste di Futura Beni Comuni, non esprime nei confronti dei candidati a Sindaco alcuna posizione di preferenza relativamente al ballottaggio del 17 e 18 ottobre ’21, pur esortando la popolazione ad una numerosa partecipazione alle urne esercitando il diritto di voto e di cittadinanza anche mediante l’opzione scheda bianca/scheda nulla, che non è chiaramente un’indifferenza nei confronti della politica, ma la dichiarazione di non riconoscersi in nessuna delle due opzioni possibili.