IL FOTOVOLTAICO VA INSTALLATO  SU SUPERFICI CHE NON FORNISCONO  PIÙ SERVIZI ECOSISTEMICI

LA “COMPATIBILITÀ  ACUTA” DA “RINNOVABILISMO” SUGGELLA LA COLPEVOLE IGNORANZA SUL VALORE DEL SUOLO DA PARTE DEI PARTITI E DEI VERTICI DI LEGAMBIENTE E WWF.

Solo considerando i tetti degli edifici (circa 3 500 chilometri quadrati in Italia al di fuori dei centri urbani), ISPRA stima che quelli dove sarebbe possibile installare nuovi impianti siano compresi tra i 700 e i 900, escludendo le aree non utilizzabili e assicurando le distanze necessarie alla manutenzione, con una potenza variabile dai 66 agli 86 gigawatt. A questa potenza si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate, senza aumentare il consumo di suolo. Anche ipotizzando che sul 10% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che ci sarebbe una potenza fotovoltaica potenzialmente compresa fra 59 e 77 gigawatt, un quantitativo sufficiente, secondo il GSE, a coprire il doppio di quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che individua per il fotovoltaico un obiettivo di circa 52 gigawatt installati al 2030, cioè 30 in più dell’attuale livello (22 gigawatt).

I CITTADINI, I VOLONTARI DELLE MAGGIORI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE (QUELLI  CHE SI FANNO IL MAZZO NEI LUOGHI SOTTO ATTACCO DAL VANDALISMO 4.0) FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE  E IL PESO DELLA LORO TESSERA ASSOCIATIVA.

“Il suolo non ha voce. Subisce in silenzio. Muore senza rantolii. Soffre senza gemere. La sua unica possibilità di dire qualcosa è affidata a noi, alle nostre parole, alla nostra denuncia, al nostro sguardo compassionevole, al nostro attivismo ecologico, al nostro lavoro di restituzione dei significati giusti a quei concetti che altri manomettono per propria avidità e comodità. Rompiamo noi il mutismo della terra dolente dandole voce, per dire che il suolo è un ecosistema vivente e non solo una merce utile a un qualche bisogno; che il suolo è uno spessore e non una squallida estensione; che è vivo e non è cosa morta; che non è rinnovabile né resiliente; che non ha bisogno del nostro avido concetto di valorizzazione perché è valore generoso già di per sè. Ognuno di noi ha una voce per dare voce al suolo salvandolo: usiamola.” (Paolo Pileri)

http://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2022/12/13/rinnovabili-e-tutto-il-resto-vada-a-farsi-fottere/#more-32541

Di Dante Schiavon, associato SEquS.

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