Il mito illusorio dell’economia circolare

Nel 2021 i rifiuti urbani sono tornati a crescere (+2,3% sull’anno precedente) dopo la flessione dovuta alla pandemia.

Non tutto quello che viene differenziato viene riciclato, anzi ben poco.

Il tasso di riciclaggio della plastica si attesta ad esempio soltanto al 36%.

I rifiuti speciali provengono per quasi la metà dalle attività di costruzione (il bonus 110% è davvero finalizzato a ecologica e sostenibilità?), per oltre un quarto dal trattamento dei rifiuti urbani e per la restante parte dalle altre attività economiche manifatturiere e del commercio.

La produzione di rifiuti speciali nel 2020 è ben 5 volte quella che viene dalla raccolta nei centri urbani.

Il 19% dei rifiuti urbani prodotti in Italia è trattato nel peggiore dei modi possibile, il più pericoloso e il più inquinante, il meno controllabile: la discarica, un ottimo investimento per le mafie.

Anche migliorassimo la qualità della raccolta e le tecnologie di trattamento il 100% di recupero di materia è impossibile.

L’economia circolare è, dunque, un mito. Induce a pensare che le nostre economie possano crescere indefinitamente senza intaccare nuove e sempre più scarse risorse naturali. Un equivoco, quest’ultimo, cui si perviene se, sorvolando sull’elementare distinzione fra beni durevoli e non durevoli, si sottolinea con compiacimento che la crescita nella produzione di rifiuti urbani è stata nel 2021 più contenuta rispetto all’incremento dei consumi delle famiglie nello stesso periodo (+5,3%) ma si tace sulla stretta e positiva correlazione che da anni si osserva fra l’andamento della ben più rilevante produzione di rifiuti speciali e l’andamento del Pil.

Nelle ultime tre decadi la quantità di materie prime estratte dalla Terra è più che raddoppiata e al ritmo attuale raddoppierà nuovamente entro il 2060.

Quel che già nel 1972 aveva prefigurato il Club di Roma, il collasso dell’umanità nel corso di questo secolo, non è più un’ipotesi catastrofista. Chiare e inascoltate suonano le parole di Kenneth Boulding che ancor prima, nel 1966, ammoniva: “Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista”.

Sotto l’articolo integrale dal Manifesto.

https://ilmanifesto.it/consumiamo-di-piu-e-il-riciclaggio-non-fa-miracoli

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi!

Condividi questo contenuto!