Il nodo irrisolto dei rifiuti e la mala gestione leghista del Nord Italia

“I rifiuti si dividono in almeno quattro categorie:
1) rifiuti urbani, non più del dieci per cento dei rifiuti totali, i meno pericolosi, quelli di cui parlano esclusivamente e troppo sia gli ambientalisti incompetenti che i loro contrari altrettanto incompetenti;
2) rifiuti speciali e industriali, ormai circa il 70% del totale, il cui report annuale dell’Ispra viene di norma ignorato da tutti i politici, specie della Lega Nord. La regione d’Italia che più esporta rifiuti dal proprio territorio – con tutte le conseguenze nefaste di CO2 e danno ambientale sugli altri territori – non è certo la Campania ma è proprio la Lombardia!
3) rifiuti industriali prodotti in regime di evasione fiscale: i più tossici e pericolosi perché da smaltire obbligatoriamente illecitamente (anche in Lombardia!)
4) rifiuti di importazione da riciclare: pericolosissimi perché non tracciati in maniera certificata (maggiore rischio quindi per la Lombardia!)
Se continua questa barbarie nel presentare e commentare i dati sui rifiuti in Italia parlando solo ed esclusivamente dei rifiuti urbani, ormai solo il dieci per cento del totale, e certamente i meno pericolosi per la salute pubblica, tacendo del tutto sui rifiuti pericolosi che girano senza controllo partendo innanzitutto dal nord, la strage degli innocenti di Erode – e non solo dei bambini – continuerà imperterrita in tutte le nostre Terre dei fuochi, a cominciare proprio dalla Lombardia!”
Per noi di SEQUS, se la gestione dei rifiuti urbani fosse più oculata e incentrata sul riuso e sulla riduzione, anche la produzione dei rifiuti speciali industriali vedrebbe una forte riduzione.
I dati qui riportati dal report ISPRA potrebbero certificare una completa disattenzione da parte delle regioni del nord e della Lombardia in particolare alle disposizioni End Of Waste che obbligano gli industriali a reimpiegare i sottoprodotti senza smaltirli e a ridurre i rifiuti finali in uscita rendendo più efficiente la propria produzione di merci, che ad ogni modo dovrebbe fortemente diminuire in assoluto e in ogni settore.
Occorre una decrescita selettiva e coordinata, ad ogni livello, e un corpo politico completamente rinnovato, o non ne usciremo.