LA TRAGEDIA DELLA MARMOLADA: ABBIAMO BISOGNO DI SCELTE CLAMOROSE

di Dante Schiavon, associato SEquS

La valanga della Marmolada è il sintomo di una malattia del pianeta. Ma l’Homo Sapiens sta ignorando  la gravità della malattia e va avanti nel suo esercizio di “potere autoritario sulla natura”, condannando le comunità umane e animali a subire le conseguenze della causa e dei sintomi della malattia. Oltre allo scioglimento dei ghiacciai, oltre alla siccità, oltre ai diffusi e frequentissimi eventi climatici estremi con frane e allagamenti, c’è un altro sintomo della malattia del pianeta: lo scioglimento del “permafrost”. Il meteorologo e nivologo Anselmo Cagnati, del centro Arpav di Arabba: «Lo scioglimento del permafrost è uno degli indicatori del cambiamento climatico, studiato anche da noi, ad Arabba, e il riscaldamento globale provoca, tra l’altro, la degradazione di questo strato di terreno ghiacciato, residuo di antiche glaciazioni, permanentemente gelato che ancora permane, anche sulle montagne più alte delle nostre Dolomiti”. L’assottigliarsi di questo strato interno alle rocce  sta provocando sempre più spesso crolli di pareti e di guglie rocciose. Ora, se vogliamo limitare gli effetti del riscaldamento globale, quali la siccità, gli eventi climatici estremi, lo scioglimento del permafrost, è necessario un cambiamento nello “stile della  vita politica e amministrativa” per un “ravvedimento” che porti, oltre al contrasto alla causa della malattia, alla “massima mitigazione” nelle manifestazioni dei sintomi di tale malattia. Abbiamo bisogno urgente di scelte clamorose, rivoluzionarie, drastiche, radicali. Nel nostro Veneto, ad esempio:

RINUNCIARE:

1)alle Olimpiadi Invernali 2026 di Cortina per mancanza di neve naturale e per gli effetti “climalteranti” per produrla;

2)alla manomissione del deflusso ecologico dei corsi d’acqua e delle sorgenti per creare bacini idrici per l’innevamento artificiale;

3)alla scorticazione del manto boscoso, erboso e roccioso per nuove infrastrutture stradali, sportive e del divertimento di massa invernale, in  cospicua parte già avvenuta sulla Tofane.

Bisogna fermare, da oggi in avanti, per quello che ancora dipende dalle nostre scelte, l’aggressione alla natura nei i territori che non siamo ancora riusciti a compromettere, sapendo bene con ragionevole certezza che ci saranno altri sintomi che si manifesteranno e con cui dovremmo comunque fare i conti. Bisogna ricomporre il quadro e la relazione fra gli elementi alla luce dei possibili effetti di nuovi e ulteriori fenomeni antropici  che faranno  peggiorare la malattia od esporre  le comunità umane e animali agli effetti dei sintomi di tale malattia: frane, dissesto idrogeologico, valanghe, siccità, piene aggressive. Solo così facendo si è legittimati a richiedere l’eventuale “dichiarazione dello stato di emergenza”.

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