Ladri di futuro

Ci sarà un buon motivo se l’Arabia Saudita, fonte inarrestabile di petrodollari, sia uno dei luoghi meno sostenibili del pianeta, con un overshoot day attestato ad oggi verso metà febbraio.
Apprendiamo che questo paese si è praticamente comperato l’ospitalità dei giochi olimpici “invernali” del 2029 e non ci stupisce per chi già da anni offre agli sceicchi la possibilità di sciare al chiuso di un enorme palazzo del ghiaccio contenente un pendio artificiale, in mezzo al torrido deserto, il tutto raffreddato bruciando petrolio.
Apprendiamo di questa futura opzione-follia dei giochi invernali nel deserto arabo in un 2022 che, passo dopo passo, ha segnato tutti i record di riscaldamento globale, testimone di fenomeni estremi, alluvioni, scioglimento dei ghiacci alpini, artici e ovunque, come mai si era registrato prima d’ora.
È ormai confermato dai meteorologi che la grave siccità dei suoli del 2022 nell’emisfero boreale è stata resa almeno venti volte più probabile dai cambiamenti climatici antropogenici.
Siamo estremamente preoccupati nel vedere la perdita di controllo, di lucidità, da parte di molti governanti delle nazioni, che si muovono verso il collasso del pianeta con decisioni che sono in netto contrasto con la crisi climatica, con le indicazioni della scienza, la quale ci dice che ci dovremmo fermare, non riaccendere le centrali a carbone in sostituzione del gas russo che viene a mancare per via di una guerra anch’essa fonte di enorme inquinamento e impatto ambientale (per non parlare dell’effetto sull’atmosfera dello scoppio di ordigni atomici), ci dice che i giochi invernali olimpici di Cortina del 2026 quasi certamente senza neve naturale sono una follia, cosi come una follia ancora più devastante è l’aggiudicazione da parte dell’Arabia Saudita dei Giochi invernali asiatici del 2029 in un lussuoso comprensorio turistico di prossima realizzazione su montagne desertiche presso il Mar Rosso, dove le precipitazioni medie tra dicembre e febbraio sono di appena 10 millimetri.
Non consola che secondo i progettisti di tale evento nel deserto, ci così sarà tanta insolazione da rendere possibile alimentare tali giochi e la creazione di neve, con energia rinnovabile, sia perché sappiamo bene che “rinnovabile” non significa pulita e senza impatto, ma soprattutto perché le rinnovabili andrebbero usate soltanto dopo aver pesantemente ridotto la domanda energetica, gli sprechi e NON come alternativa ai combustibili fossili, come alibi per continuare con lo status quo, ossia sulla strada dello spreco energetico, per alimentare progetti faraonici senza senso, all’insegna dell’opulenza, finalizzati al profitto e all’economia della crescita infinita, dove a beneficiarne sono sempre pochi che poi scaricano i cosi ambientali su tutti gli altri.
Per noi la creazione di ricchezza e di benessere può soltanto derivare dalla messa in sicurezza, anche energetica, della popolazione, dove le fonti rinnovabili, le comunità energetiche, vanno intese come sorgenti minime e sufficienti di energia locale, atte a soddisfare i beni primari delle comunità locali, non lo sperpero illimitato di energia come abbiamo visto fare fino ad oggi.
Per ironia della sorte ma altamente emblematico, sempre nella penisola arabica ma in Egitto, davvero a una manciata di chilometri da quei luoghi al di là del Mar Rosso, precisamente a Sharm-el-sheikh, entro l’anno si terrà la Cop27, sul tema di come accelerare le politiche climatiche globali, ad ora messe in pericolo da varie dinamiche, tra cui la guerra globale. Eventi davvero poco coerenti tra loro che testimoniano purtroppo la sconnessione tra intenzioni e azioni che ne conseguono.
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2022/10/07/news/deserto_neve_giochi_invernali_asiatici_arabia_saudita_cio_comitato_olimpico_internazionale-368996441/
Di Fabrizio Cortesi, membro del direttivo SEquS.