L’energia da nucleare costituisce una fonte marginale e senza futuro in un mondo che aspiri ad un futuro: appello agli Eurodeputati.

Riportiamo di seguito l’appello agli eurodeputati, che a nostro avviso come SEquS occorre sottoscrivere, qui sotto:

https://www.petizioni.com/eurodeputatinonuke#share


APPELLO AGLI EURODEPUTATI *

PERCHE’ DIRE NO ALL’INSERIMENTO DELL’ENERGIA NUCLEARE TRA LE FONTI “VERDI”

In merito alla partita che si sta giocando sulla classificazione degli investimenti “sostenibili”

La Commissione UE il 2 febbraio 2022 ha varato l’atto delegato della tassonomia che inserisce il nucleare il gas tra le tecnologie per raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

(Il testo ufficiale in inglese del provvedimento lo si trova al link: https://ec.europa.eu/finance/docs/level-2-measures/taxonomy-regulation-delegated-act-2022-631_en.pdf)

Noi sottoscritti, impegnati con associazioni e personalità verso il coordinamento antinucleare europeo, invitiamo il Parlamento europeo a respingere tale testo, come è nelle sue facoltà, se viene raggiunta la maggioranza assoluta di 353 eurodeputati che votano NO.

Con particolare riferimento all’energia nucleare, consapevoli che il suo ruolo essenziale è, al di là di ogni altro pretesto e giustificazione, quello produrre una presunta potenza geopolitica in modo incompatibile con i progressi verso il disarmo e la pace, sottolineiamo i seguenti aspetti critici:

1. L’energia nucleare non è una fonte di energia rinnovabile: infatti l’uranio e il torio, elementi indispensabili anche per i cosiddetti reattori di quarta generazione, è presente sulla terra in quantità limitate, destinate quindi all’esaurimento. Solo il 2% dell’uranio consumato annualmente nelle centrali europee è estratto in Europa (Rep. Ceca). Il 25% proviene dalla Russia, il 9% dal Kazakistan è l’11% dal Niger. Paesi non particolarmente amici o con regimi instabili.

2. Non è vero che l’energia nucleare sia priva di emissioni di CO2: considerando l’intero ciclo, dall’estrazione dei materiali radioattivi, alla costruzione della centrale e alla sua dismissione definitiva, la CO2 emessa per MWh prodotto è pari a circa 100-150 kg, contro i 600-1200 kg delle fonti fossili tradizionali, i 45-90 kg del fotovoltaico, e i 15-25 kg di eolico e idroelettrico (fonte: Life cycle energy and greenhouse gas emission of nuclear energy: A review, di Manfred Lenzen, ScienceDirect 2008).

3. I rischi di incidenti nucleari sono già stati gravi e catastrofici, come dimostrato dagli incidenti di Three Miles Island (Stati Uniti 1979) e soprattutto Chernobyl (Ucraina 1986) e Fukushima (Giappone 2011). I rischi saranno ulteriormente accresciuti da eventi naturali di grande intensità collegabili ai cambiamenti climatici già in atto, come pure da possibili attacchi terroristici con bombe o cyber-attacchi. Un disastro nucleare rende inutilizzabile per secoli vaste zone di territorio, oltre a produrre una catastrofe umanitaria.

4. Le scorie nucleari restano radioattive per decine o centinaia di migliaia di anni e a tutt’oggi non esiste al mondo una soluzione adeguata e già operativa per il loro stoccaggio. Mantenere il controllo e assicurare la sicurezza ambientale per tempi così lunghi è pura utopia. Inoltre il necessario smantellamento dei reattori in fin di vita è estremamente complesso e oneroso.

5. Il costo dell’energia nucleare è oggi più del doppio di quello da fotovoltaico. Nel mondo nessun impianto nucleare viene costruito se non ci sono finanziamenti pubblici. Se l’energia nucleare venisse inserita nella tassonomia “verde” europea toglierebbe enormi risorse al finanziamento pubblico delle vere energie rinnovabili, facendo frenare il processo virtuoso in atto che va invece accelerato se vogliamo raggiungere gli obiettivi del 2030 e del 2050.

6. L’energia da nucleare costituisce comunque una fonte marginale e senza futuro in un mondo che aspiri ad un futuro. Rappresenta non più del 10% dell’energia elettrica prodotta nel mondo e soddisfa circa il 2% dei consumi mondiali di energia. Questa quota potrà cambiare di poco se si vogliono mantenere standard “accettabili” di sicurezza tenuto conto dell’età media (≈ 35 anni) dei 440 reattori attualmente in servizio, limitare la quantità di scorie prodotte e non esaurire velocemente le fonti di combustibile disponibili.

7. La prospettiva dei “mini e micro” reattori nucleari è ancora più dannosa perché produrrebbe una diffusione sul territorio di impianti a rischio, con accresciute difficoltà ad esercitare un controllo efficace sulle scorie radioattive e quindi a garantire la sicurezza delle popolazioni e dell’ambiente.

8. Gli studi sulla quarta generazione di reattori sono iniziati nel 2001 e ad oggi non sono progrediti apprezzabilmente e non è stato trovato uno schema che possa risolvere tutti i problemi sopra elencati. La Germania chiuderà le sue ultime centrali nucleari entro il 2022.

9. I tempi per costruire una centrale nucleare sono in media di 10 anni, quindi il contributo per raggiungere gli obiettivi energetici e di riduzione della CO2 al 2030 è in pratica nullo.

10. Ultimo e non da ultimo, in un mondo di guerre e di conflitti, la diffusione dell’energia nucleare favorisce la proliferazione di armamenti nucleari e di prodotti fissili e/o radioattivi utilizzabili a fini terroristici, con conseguenze gravissime per l’intera umanità. Non a caso circa i due terzi dei reattori in esercizio nel mondo sono detenuti da paesi che hanno anche armamento nucleare. Essa crea la base tecnica di materiale fissile potenzialmente impiegabile, con successive lavorazioni, per usi militari, in primo luogo da parte di attori statali alla ricerca di “grandeur” a livello globale o regionale.

Tutti questi motivi, che hanno ispirato da decenni la nostra azione antinucleare di ecopacifisti pragmatici, tanto da risultare addirittura “identitari” per l’ecologismo politico, dovrebbero spingere donne e uomini di buona volontà, quale che sia la loro cultura di riferimento, a respingere la colossale operazione di greenwashing che ci viene prospettata con questa proposta della Commissione UE.

Lo ribadiamo in conclusione: concentriamo le risorse su un modello rinnovabile al 100 per cento e non danneggiamo, al tempo stesso, con scelte sbagliate, il clima, la sicurezza e le tasche dei cittadini europei!



Pimi firmatari

Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Luciana Castellina, Eleonora Evi, Federico Butera, Guido Viale

Luciano Benini – Roberto Paccagnella – Sabina Santovetti – Renato Napoli – Etta Ragusa – Gian Giacomo Migone – Maurizio Bucchia – Oliviero Sorbini- Elio Pagani – Keivan Motavalli – Gian Piero Godio – Marco Zinno – Marco Palombo – Vittorio Pallotti – Teresa Lapis – Angelo Gaccione – Giuseppe Natale – Renato Ramello – Pirangelo Monti – Paolo Candelari – Giovanni Ciavarella – Enrico Peyretti -Francesco Lo Cascio

Primi firmatari in attesa di conferma (inseriti in quanto promotori delle nostre petizioni in un percorso antinucleare in pista da almeno un decennio)

Edo Ronchi, Massimo Scalia, Marco Bersani, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Renato Zanoli, Antonio De Lellis

* Il testo base su cui si è sviluppata l’elaborazione della petizione è stato redatto da Luciano Benini e Roberto Paccagnella del MIR Italia. Una versione che attende ulteriori integrazioni e miglioramenti da parte delle organizzazioni con base all’estero, è stata pubblicata come articolo online su il quotidiano “il Manifesto”, il 5 febbraio 2022, sezione commenti, con tre firme: Alfonso Navarra Disarmisti esigenti, Antonia Sani WILPF Italia, Luciano Benini MIR Italia.

Coordinamento organizzativo dell’iniziativa:

Disarmisti esigenti – Alfonso Navarra cell. 340-0736871 email alfiononuke@gmail.com

WILPF Italia – Antonia Sani e Patrizia Sterpetti

Abolition des Armes Nucléaires – Luigi Mosca

Associazione Melitea – Edgardo Iozia

Comitato antinucleare di Treviri – Daniele Barbi

Energia Felice – Mario Agostinelli

Kronos Pro Natura – Giuseppe Farinella e Consiglia Farinella

LDU Sardegna – Ennio Cabiddu

Lega obiettori di Coscienza – Mario Di Padova

Memoria e Futuro – Fabrizio Cracolici e Laura Tussi

Mondo senza guerre e senza violenza- Andrea Bulgarini, Nina Cabera, Marco Giorgetti

Odissea – Angelo Gaccione

Per la scuola della Repubblica – Cosimo Forleo

Rete bioregionale italiana – Paolo D’Arpini

Sole di Parigi – Antonella Nappi

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2 risposte

  1. GG ha detto:

    Buonasera, non ho mai letto tante inesattenze in un unico testo.A parte gli errori nelle unita’ di misura e di fondo; comprensibili per chi non ha una formazione tecnica ma scrive per assunti totalmente incomprensibili.Si scrive di 4 generazione e di CO2 presunta che sarebbe pridotta dal ciclo intero senza citare ancun dato se non l’incredibile e assurdo calcolo che sembrebbe derivare da un esperto per un lettore impreparato. Non si capisce cosa spinga l’autore a parlare di un argomento palesemente non conosciuto.Si parla poi diparagoni su base CO2 con il fotovoltaico notoriamente utile per20 anni con rendimenti intorno al 40%.Ci si augura che questo modo di fare disinformazione e politica del terrore cessi.

    • Fabrizio Cortesi ha detto:

      Dietro un documento del genere vi sono team di esperti e fisici. Lei che qualifica o formazione ha per criticarlo? Sa cosa è un life cycle assessment? Lo sa fare meglio il confronto tra le tre fonti, invece che il metodo standardizaato suddetto? Quale sarebbe l’unità di misura sbagliata? La 4a generazione nucleare non esiste nemmeno, aggiungiamo. Sui 20 anni dei pannelli: ma lei ha idea del ciclo di vita di una centrale atomica e dei cicli, incredibilmente complessi, costosi, lunghi, energy intensive, di manutenzione e ricarica/reperimento del combustibile? Si informi meglio e poi ne riparliamo.

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