L’inganno dell’idrogeno, “green” o no.
In base allo studio riportato in questo articolo, l’acqua diventerebbe “materia prima per la produzione di energia centralizzata”, potrebbe risentire degli stessi effetti speculativi legati ai combustibili fossili.
Uno scenario non roseo, in un contesto di crisi idrica strutturale in alcuni periodi dell’anno, di siccità persistente e abbassamento delle falde. La domanda è se gli esperti del “governo dei migliori” abbiano valutato i costi reali, le implicazioni e le conseguenze dei diversi modelli di produzione di idrogeno verde.
Ossia il più “sostenibile” delle tipologie di idrogeno, se comparato all’idrogeno prodotto da combustibili fossili, il preferito delle corporation oil & gas e di ampi settori dell’industria. Per esempio, preferendo incentivare l’idrogeno nella mobilità su strada con l’investimento tramite il Pnrr nella costruzione di stazioni di rifornimento proprio a idrogeno, gli esperti del governo hanno considerato che è uno dei suoi usi meno efficienti?
I dati elaborati in questo rapporto dimostrano che non c’è possibilità di coprire il target minimo di idrogeno a livello nazionale se non tramite una filiera non sostenibile e non realizzabile di energia rinnovabile” concludono gli autori del rapporto, che bocciano senza mezzi termini gli attuali piani europei e italiani, evidentemente trainati dall’industria e dalle lobbies, dal profitto, più che dalla volontà di mettere in sicurezza la popolazione mondiale.
Per noi l’unica strategia percorribile resta quella dell’eliminazione degli sprechi, dell’inutile, del superfluo, dell’elettrificazione e accumulo energetico utilizzando i sistemi esistenti, come l’accumulo idrico a ciclo chiuso, le batterie al sale (che vanno verso la maturità), i silos di sabbia…..
