Nasce a Pisa la prima cattedra dell’Unesco in “Sustainable Energy Communities

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Apprendiamo con piacere del primo corso universitario mondiale sulle comunità energetiche, nato quest’anno all’università di Pisa.

È stata infatti istituita all’Università di Pisa la cattedra dell’Unesco in “Sustainable Energy Communities” (https://unescochair.unipi.it/).

Il progetto elaborato dall’Ateneo pisano si propone di sviluppare uno strumento che è diventato particolarmente attuale anche in termini di autosufficienza e sicurezza energetica oltre che di contribuire al programma dell’UNESCO mirato a risolvere le esigenze prioritarie dell’Africa, attraverso il coinvolgimento di partner africani nella progettazione di strutture energetiche sostenibili specificamente basate sulle caratteristiche dei loro paesi. L’obiettivo finale è quello di definire principi e strumenti tecnici di progettazione per la simulazione e la definizione di comunità energetiche completamente autonome attraverso metodi innovativi per l’integrazione di sistemi elettrici e termici, alimentati solo da fonti rinnovabili prodotte localmente. In questo senso è necessario prefigurare un caso di studio del tutto innovativo, ribaltando l’attuale paradigma in cui le risorse energetiche si adattano alle richieste e ai bisogni degli utenti ed esaminando invece una nuova prospettiva in cui sono i fabbisogni energetici degli utenti ad adeguarsi alle risorse energetiche disponibili, sia in termini di consumi complessivi che di distribuzione oraria.

“Le comunità energetiche – ha precisato il professor Marco Raugi, titolare della cattedra e pro rettore – possono diventare, attraverso il focus sull’energia, uno strumento abilitante per sviluppare un nuovo modello di società legato al reperimento delle risorse ai territori di riferimento. Per comunicare e informare questo cambiamento paradigmatico la cattedra Unesco prevede perciò, oltre alle attività di ricerca, anche attività rivolte alla società civile e ai giovani come eventi aperti alla cittadinanza, summer school, master e conferenze”.

Riteniamo come SEquS che il modello delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) possa davvero dare una svolta al paese in termini di messa in sicurezza della popolazione, soprattutto delle fasce più vulnerabili, in termini di sovranità e indipendenza energetica e soprattutto di approccio all’uso delle risorse locali, rinnovabili, in chiave democratica, ecologica e di un utilizzo responsabile e parsimonioso delle risorse scarse.

Auspichiamo perciò un’accelerazione anche in italia della parte attuativa della legge e un’accelerazione, anche culturale, delle amministrazioni dei territori perchè abbraccino queste buone pratiche messe a disposizione da un utilizzo responsabile della tecnolgia, guidato da visione, etica, democrazia.

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