Occorre Equità anche nella transizione (conversione) ecologica, che deve essere anche giusta

Sebbe a noi piaccià più parlare di conversione ecologica (o meglio ancora, di “conversione economica dell’ecologia”), il termine “transizione ecologica” compare per la prima volta durante gli anni ’70, soprattutto nel rapporto Meadows del 1972, che insiste sulla necessità di una “transizione da un modello di crescita a uno di equilibrio globale”, sottolineando i rischi ecologici indotti dalla crescita economica e demografica.

Oggi non è più sufficiente parlare di transizione ecologica e basta: essa dovrà essere anche giusta, equa, soprattutto verso le categorie e gli esseri viventi più vulnerabili, inclusi gli animali.

” In soli tre anni ci siamo trovati davanti a due sfide enormi, di livello globale, che hanno coinvolto tutti. La prima è stata sicuramente la pandemia, la seconda è la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. 

La risposta a entrambe è stata la transizione ecologica. Con cambiamenti in tutta la società, essenziali per avvicinarci alla neutralità climatica. Ma anche per ridurre le disuguaglianze: perché non c’è male peggiore che un diverso trattamento davanti alle sfide globali. Nessuno può rimanere indietro, altrimenti non ce la faremo come genere umano. I cambiamenti climatici ce lo stanno insegnando, anche se facciamo fatica a capirlo. Soprattutto faticano a capirlo quelli convinti che chiudersi nei propri confini ci salverà. 

La transizione deve essere prima di tutto “giusta”. Ce lo racconta Rudi Bressa in questo articolo realizzato grazie al supporto dell’Earth Journalism Network.” (tratto da LifeGate)

https://www.lifegate.it/just-transition-transizione-ecologica-dovra-essere-anche-giusta

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