OCCORRE UN VERO MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA CINGOLANI SI DIMETTA

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I cambiamenti climatici e la crisi ambientale che stiamo vivendo richiedono coraggio, urgenza e determinazione da parte dei Governi di tutto il mondo.

La recente Cop26 di Glasgow invece ha confermato un orientamento volto a rinviare per l’ennesima volta le questioni più spinose ma anche più decisive. Una visione ipocrita e irresponsabile che non garantisce la rapida uscita dal carbone e lo stop immediato ai sussidi per i combustibili fossili; che non sa aiutare realmente – secondo criteri di equità e solidarietà – i paesi e le popolazioni più vulnerabili; che non genera consapevolezza sulla urgenza e drammaticità di una condizione che non ha precedenti in tutta la storia dell’umanità.

Si confermano così purtroppo le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: “Siamo sull’orlo dell’abisso… Lontani anni luce dal raggiungimento degli obiettivi per il clima”. 

Ma oggi siamo tutti chiamati a scegliere se salvare il pianeta vivente o il nostro stile di vita insostenibile. Occorre agire ora, liberandosi dalla falsa convinzione che tutto possa risolversi senza operare profondi cambiamenti in noi stessi, nella società, nell’economia e nella politica. 

In questo tragico quadro globale il nostro Paese non ha rappresentato l’eccezione che avremmo auspicato. Non ha saputo essere da stimolo ed esempio verso la vera transizione ecologica di cui il mondo ha bisogno. Anzi, il nostro Ministro Roberto Cingolani, nelle sue dichiarazioni, va costantemente in direzione ostinata e contraria.

Associa la transizione ecologica ad “un bagno di sangue” con “milioni di famiglie sul lastrico” e si sofferma sul presunto prezzo da pagare e mai su quello che stiamo già pagando e, soprattutto, pagheranno le generazioni future. Ha affermato che “gli ambientalisti radical chic sono peggio della catastrofe climatica”, come se esistesse, per chi ha a cuore le sorti dell’intero genere umano, un insulto peggiore. Ha ripetutamente ammiccato al “nucleare” anziché valorizzare le tante eco-tecnologie mature che già abbiamo, sorvolando invece sulla necessità di creare nuovi sistemi produttivi capaci di reggersi dentro i limiti delle risorse che la Terra è in grado di rinnovare. Evoca costantemente soluzioni mirabolanti che verranno dalle “energie del futuro”, perseverando nell’idea fallace di affrontare la crisi ecologica solamente con un ulteriore desiderio di dominio tecnologico, anziché cercando di ricucire la relazione virtuosa tra la specie umana e la biosfera. Ha definito “ipocrisia del bla bla bla” la legittima delusione e critica dei giovani di Fridays For Future, quando la vera ipocrisia, in questo momento, sta nel nascondere la tutela degli interessi delle corporazioni del fossile dietro il rischio presunto di mettere le famiglie più vulnerabili per strada. Infine il culmine dell’ipocrisia ambientale italiana è stato raggiunto con la firma del BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance, ndr) alla COP26, che impegna le nazioni aderenti a non finanziare più alcuna attività esplorativa ed estrattiva al di fuori dei propri confini nazionali, però soltanto come “stato amico”, senza cioè sottoscrivere quindi il divieto di nuove trivellazioni all’estero. Non a caso si è scoperto subito pochi giorni dopo il vertice ONU che il Governo Italiano aveva dato l’OK alla trivellazione nell’Artico, con la garanzia d’investire fino a un miliardo di euro. E’ la goccia che fa traboccare il vaso.

Cosa chiediamo

Tutto ciò ci ha convinti che Roberto Cingolani non stia favorendo la transizione ecologica, bensì la stia consapevolmente rallentando ed anche mistificando.

Per tali motivi riteniamo assolutamente inadeguato Roberto Cingolani a svolgere il ruolo di Ministro della Transizione ecologica e gli chiediamo pertanto, a tutela del Bene Comune e per il prestigio del nostro Paese, di rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente del Consiglio, affinché individui una figura davvero capace di trattare la crisi climatica e ambientale come la crisi che effettivamente è.

Un esperto  che tenga realmente conto dei dati che abbiamo a disposizione per poi intraprendere azioni efficaci e coraggiose al fine di ridurre le emissioni secondo il ritmo e le proporzioni che la stessa scienza ci chiede. Un Ministro che sappia fare della transizione ecologica un nuovo paradigma culturale, capace di includere i principi di funzionamento dell’ecosistema nel nostro agire sociale, economico e politico. Un Ministro che sappia governare e orientare il contributo della tecnologia nel risolvere la crisi climatica ed ecologica. Un Ministro che, valorizzando le idee e competenze della società civile, sappia promuovere la conversione ecologica dell’economia e la conversione economica dell’ecologia, generando così nuove opportunità di lavoro sostenibile e nuove professionalità a beneficio della intera comunità. Un Ministro che lavori per fare dell’Italia un modello europeo di Paese sostenibile a cui ispirarsi, consentendoci di vivere e fare vivere, prima che sia troppo tardi, la speranza di futuro che nutre ancora i nostri giorni.

Eleonora Evi – Europarlamentare e co-portavoce nazionale Europa Verde

Maurizio Pallante – Presidente Associazione Sostenibilità Equità Solidarietà

Angelo Bonelli – co-portavoce nazionale Europa Verde

Tomaso Montanari – Storico dell’arte

Silvana Galassi, docente Ecologia e Metodologie di Ecologia – Università degli Studi di Milano, membro del comitato scientifico WWF Italia

Nicola Fratoianni – segretario di Sinistra Italiana 

Padre Alex Zanotelli – missionario comboniano

Marco Boato – già parlamentare e ricercatore universitario

Davide Conti – storico

Paolo Ferloni – docente emerito di Chimica fisica ambientale, Università di Pavia

Roberto Mancini – docente Università di Macerata

Riccardo Mastini – Ricercatore in ecologia politica all’Università Autonoma di Barcellona

Gaetano Pascale – agronomo, già Presidente Nazionale di Slow Food, Associazione Sostenibilità Equità Solidarietà

Alberto Perino – (Movimento No Tav)

Paolo Pileri – docente universitario di Urbanistica

Angelo Tartaglia – già professore di Fisica presso il Politecnico di Torino, membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)

Filiberto Zaratti – Coordinatore Direzione Europa Verde

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6 risposte

  1. Ilda Chelli ha detto:

    E’ l’ora di agire. Cambiare il modello economico è una priorità. PNRR: la tua firma per chiedere una svolta. OCCORRE UN VERO MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA.

  2. Aliso Cecchini ha detto:

    Ci vuole una persona che sappia realmente che cosa significa difendere l’ambiente e non gli affaristi.

  3. Sergio Cabras ha detto:

    Io la petizione l’ho firmata e condivisa (come non essere d’accordo?) Ma trovo ingenuo pensare che si possa avere una vera transizione ecologica sotto il governo Draghi, ben sapendo di quali interessi quest’ultimo è emanazione: sono soprattutto le dimissioni di Draghi quelle per cui bisognerebbe far pressione. E con esse per la fine delle politiche che si stanno portando avanti da due anni a questa parte (e di quelle che Draghi ha sempre portato avanti lungo tutta la sua “brillante” carriera)

    • Fabrizio Cortesi ha detto:

      Hai toccato certamente il punto critico: la trazione di stampo neoliberista del Presidente del Consiglio (non eletto). Il rischio è di ritrovarci poi un clone di Cingolani, gestore di fondi. Invece, idealmente dovremmo avere al posto di Cingolani (che ora si vuole dimettere lui stesso, ma perchè avrebbe raggiunto tutti gli obiettivi, secondo lui), un vero ecologista, competente, sensibile, esperto di politica e di relazioni. Mission Impossible, temiamo. Ma prima dovrebbe levare il disturbo Draghi e tutto l’attuale governo.

  4. Gianni Carrera ha detto:

    Individuo inadeguato as volgere la nobile e importante funzione di ministro della Republica Italiana

  5. dino torri ha detto:

    Certo pensare al nucleare è un po’ folle: occorrono decenni per fare una centrale tra trovare il sito, vincere le resistenze locali, costruire la centrale e porla in sicurezza. Il nucleare potrà aiutare solo dopo il 2050 se cominciassimo ora a muoverci.
    Il fatto è che nemmeno le attuali sorgenti eoliche e solari sono poi veramente green.

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