Plastica monouso, la CE va contro il decreto del governo Draghi: “La direttiva Ue non prevede alcuna deroga ai prodotti biodegradabili e compostabili”
L’Italia continua a cercare escamotage per non ottemperare alle disposizioni e agli obiettivi della direttiva europea per mettere al bando la plastica monouso, esponendo quindi il paese all’ennesima pesante sanzione e procedura di infrazione.
L’analisi di Sequs della gestione italiana per il dossier “plastica monouso” non riesce a fare sconti al Governo Draghi:
- Il dl. 196 emanato dal MISE non solo non è in linea con le disposizioni e gli obiettivi della direttiva europea ma arriva addirittura a violarla, perché esclude una serie di prodotti dai divieti imposti nella Sup.
- Solo il parere circostanziato del Commissario Thierry Breton, ha potuto ritardare l’introduzione della normativa italiana che alleggeriva surretiziamente la messa al bando, per obbligarlo a tener conto delle obiezioni del Commissario
- Non solo il Governo italiano ha portato avanti la folle politica già iniziata dalla mala-gestione Renziana di continuare a posticipare la Plastic Tax, tuttora rinviata ad interim, ma ora si rischia anche una pesante sanzione (pagata dai cittadini!) dovuta al raggiro della norma per permettere ai prodotti biodegradabili e compostabili di continuare ad essere usati, non riuscendo così a sradicare l’abitudine dell’usa e getta: il messaggio alla popolazione è pessimo
- La politica delle deroghe ed esenzioni (che richiama tanto i condoni in materia fiscale) àncora il paese ad un sistema industriale vecchio e non competitivo, legato a logiche del passato, invece che pretendere una conversione economica dell’ecologia soprattutto dai settori più impattanti.
- Tra le deroghe risultano i pericolosi rivestimenti in plastica, che di fatto vengono salvati dall’Italia.
Dobbiamo davvero ringraziare l’Europa e la sua intransigenza per la bocciatura senza appello dell’esenzione che l’Italia aveva provato a introdurre per alcuni prodotti biodegradabili e compostabili, addirittura prevedendo il finanziamento alle alternative dannose, dato che la direttiva non concede invece nessun tipo di eccezione.
SEquS non smetterà mai di ricordare che la via verso la sostenibilità ambientale non si ottiene attraverso trucchi legislativi o velleitarie opzioni tecnologiche falso green (come le bioplastiche) atte a favorire certi settori industriali, bensì implementando in modo serio, rigoroso, radicale, politiche economiche e sociali volte alla diminuzione e eliminazione delle produzioni e utilizzo di merci superflue e dannose, soprattutto quando, come in questo caso, esistono già alternative non plastiche disponibili per i prodotti che si devono sostituire e non vi sia alcuna base giuridica per l’Italia per introdurre deroghe speciali in questo proposito.
Fabrizio Cortesi