Solo una profonda e generale rivoluzione culturale potrà salvarci

Fa tristezza leggere le righe di questo articolo che riproponiamo sotto, perchè testimonia che molti operatori turistici e amministrazioni locali miopi stanno dando ciò che cerca il turista medio in mezzo alla natura: l’effetto luna park, il bar, la discoteca, il trattamento 5 stelle nel rifugio alpino in alta quota.

O cambiamo il nostro approccio e rapporto con la Natura o davvero non ci potremo salvare.

Buona lettura.

———————————————————

“Arrivano al lago di Caldonazzo e come prima cosa cercano i bar”, il naturalista: “Le persone non vogliono il cambiamento vogliono il modello”



Il naturalista Gabriele Bertacchini: “E allora benvenuti nel mondo, il nostro mondo, quello che fa delle Alpi o delle coste della Sardegna un grande luna park a cielo aperto. Un mondo tutto uguale, dove il luogo diventa solo un pretesto e dove si possono fare le stesse esperienze ovunque. Un mondo dove anche gli alberi sono lì per noi e in cui gli animali che avremo deciso di lasciare ci resteranno giusto per darci quel ‘brivido’ di naturalità”

TRENTO. “Al lago di Caldonazzo, una famiglia di turisti appena arrivata, come prima cosa si accerta che ci siano bar“. È una tendenza che, sempre più, sta prendendo piede in quota ma anche in luoghi in cui la natura ‘fa ancora da padrona’ ma dove l’uomo pretenderebbe di trovare di più, in barba al cambiamento climatico e a costo di distruggere preziose aree verdi.



“Poco più di un mese fa, alla spiaggia “La Cinta” di San Teodoro una turista, appena messo piede sulla sabbia, chiede a un amico che si occupa di fare da custode dove fossero i bar. È demoralizzante – racconta il naturalista e divulgatore ambientale Gabriele Bertacchini -. Questo genere di cose fanno piombare nello sconforto – ammette -. Si è consapevoli dell’impatto della nostra cultura sul pianeta, si prova da anni a stimolare un cambiamento culturale, ma poi la gente cosa vuole? Vuole tutto quello che è stato creato, anzi, ne vuole ancora di più”.


Quello di Bertacchini è un modo per lanciare un (ennesimo) allarme, che si aggiunge a quelli lanciati da molti rifugisti in quota e dallo stesso Cai o ancora da associazioni come il Wwf, che da sempre si battono per proteggere e preservare flora e fauna: “Le persone non vogliono il cambiamento: vogliono il modello. Vogliono che quello che è stato costruito dentro la città possa essere presente ovunque“, prosegue, apportando esempi come il “pretendere di bere un caffè guardando il mare” o ancora di “avere a disposizione la funivia per raggiungere un rifugio“.



“La gente vuole raggiungere ogni luogo facilmente, perché ogni luogo deve essere a nostra disposizione – conclude il titolare di AmBios, azienda che, non a caso, si occupa di comunicazione, educazione ambientale e valorizzazione del territorio -. Tutto questo si maschera con la parola ‘green’, perché va di moda e perché bisogna, in qualche modo, giustificare il modello“, conclude.



“E allora benvenuti nel mondo, il nostro mondo, quello che fa delle Alpi o delle coste della Sardegna un grande luna park a cielo aperto. Un mondo tutto uguale, dove il luogo diventa solo un pretesto e dove si possono fare le stesse esperienze ovunque. Un mondo dove anche gli alberi sono lì per noi e in cui gli animali che avremo deciso di lasciare ci daranno quel brivido di naturalità“.

———————————
https://www.ildolomiti.it/ambiente/2023/arrivano-al-lago-di-caldonazzo-e-come-prima-cosa-cercano-i-bar-il-naturalista-le-persone-non-vogliono-il-cambiamento-vogliono-il-modello

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi!

Condividi questo contenuto!