Sulla proposta di acquisto di TIM dal fondo americano privato KKR
di Fabrizio Cortesi.
Sono sconcertato.
Il caso dell’offerta su TIM da parte del colosso americano KKR (che gestisce assets per oltre 400 miliardi di dollari) è a mio avviso l’ennesimo tentativo di facile rapina e predazione ai danni dell’Italia e dei suoi cittadini.
In un paese normale una simile proposta, per decenza, non sarebbe nemmeno mai arrivata, né tanto meno se ne sarebbe neanche discusso, tanto è scandalosa e irriverente, né quindi sarebbe stata resa pubblica.
L’impressione o, a questo punto, la speranza, è che tutta questa operazione sia più che altro una grande speculazione sul titolo Telecom, al palo ormai da anni, per farci il bottino con l’impennata del valore del titolo dopo l’annuncio, e poi dire che si erano sbagliati, che l’operazione chiaramente non si può fare.
Ma con un governo il più neoliberista della storia della Repubblica, (come ci impone l’Europa, ecco qui il nome di Draghi calato dalla BCE alla guida del Governo) non c’è da stupirsi più di nulla, né ci si dovrebbe stupire se invece alla fine la predazione finanziaria speculativa andasse in porto.
Sull’onda delle privatizzazioni selvagge degli ultimi anni, già Telecom era finita nelle mani dei Francesi ma, dopo tutto il chiasso europeo e governativo per tenere le nostre infrastrutture Telecom critiche nazionali al sicuro dai rischi di cybersecurity cui oggettivamente ci esponevano le forniture dei colossi cinesi (dati i dubbi mai dipanati sui loro legami con esercito e Partito Comunista Cinese), scopriamo ora che la rete nazionale Telecom potrebbe passare nelle mani degli Americani, o meglio, di un fondo privato americano che, udite, è guidato da un certo David Petreus, che sarebbe un leggendario generale dei Marines, passato dalla guida delle truppe in Iraq, Afghanistan e Pakistan, e infine… divenuto direttore della CIA.
Stiamo davvero a posto, sapendo la fame americana, sia governativa, sia del settore privato, di dati sensibili, i quali dati non avrebbero mezzo migliore per essere carpiti agli utenti se non proprio dalla principale rete di telecomunicazioni nazionale.
Veramente tattico e illuminato da parte del nostro governo e del MISE anche solo considerare l’opportunità di far passare l’operazione, che avrebbe davvero il sapore di ennesimo tradimento della patria.
Non rassicura di certo sapere che in questo procedimento il governo “si manterrà neutrale” sul piano economico, non si sa in quello strategico, e che abbia chiesto soltanto di “limitare” al massimo i licenziamenti. Stiamo doppiamente a posto, si fa per dire.
E nemmeno rassicura sapere che sia proprio Colao, già AD del gruppo Vodafone a fare da arbitro, consigliere e decisore sull’operazione, proprio quello che già ai tempi del PNRR e ancora prima, senza alcun pudore dell’enorme conflitto di interessi, era stato quello che aveva deciso sulle norme per abbassare le barriere regolatorie per dispiegare più rapidamente il 5G in tutto il paese, provando addirittura ad alzare i limiti di esposizione elettromagnetica giudicati troppo bassi per consentire il dispiego di questa tecnologia in aggiunta di tutte le altre, e in barba ai più che leciti timori da parte di enti, popolazione, comitati e comparti medico scientifici che poi tutto questo bene alla salute il 5G non potesse fare. Se con questo Governo l’operazione KKR passasse e non venisse immediatamente esercitata l’opzione della Golden Power, assisteremmo a una delle più spregiudicate imprese della finanza privata ai danni di un asset strategico del nostro paese, che definirei quasi incostituzionale e irrispettoso di tutto il popolo italiano.
Leggi l’articolo del “Il Sole 24 Ore” in merito:
https://www.ilsole24ore.com/art/tim-vivendi-boccia-l-offerta-kkr-insufficiente-AENTKYy